Sr Stefania Santoro
<< Per te Suonerò il concerto della mia vita >>
Mi chiamo Sr Stefania e sono cresciuta nella parrocchia di S. M. Maddalena in Atrani, un piccolo e grazioso paese della Costiera Amalfitana. La mia famiglia essendo molto cristiana, fin da piccola mi ha seguito nel cammino della fede. Ho sempre praticato la parrocchia prima cantando nel coro e poi come organista. Verso i 14-15 anni, come tutti gli adolescenti cominciavo a saltare qualche messa domenicale (infatti dicevo che mi annoiavo). Nel frattempo avevo intrapreso gli studi musicali di pianoforte dedicandomi corpo e anima a quello che avevo sempre desiderato (cioè, diventare una pianista). Verso i diciotto anni mi inserii pienamente nella parrocchia mettendo a servizio il dono che il Signore mi aveva dato; in quel periodo mi fidanzai con un ragazzo della mia stessa età, ma ben presto la storia finì, perché il Signore aveva altri progetti su di me. Da questa delusione mi buttai a capofitto nello studio, uscivo con gli amici del coro, (insomma, una vita normale come ogni ragazza della mia età). Finalmente arrivò il sospirato momento, mi diplomai in pianoforte, cominciai a fare concerti in duo, con l’orchestra, e da solista e anche concorsi nazionali pianistici, iniziai l’insegnamento ai bambini e tra i miei allievi c’era anche Aldo, desideroso di imparare il pianoforte per accompagnare le celebrazioni. Tutto andava a gonfie vele, la musica ormai era diventata il centro della mia vita. Attraversai anche un periodo di crisi lasciando gli impegni parrocchiali.
Nel Febbraio del ’94 si svolse in questa parrocchia la missione gerardina guidata dai padri redentoristi, che conobbi più da vicino. La goccia che fece traboccare il vaso fu il concorso internazionale di musica di Tortona, dove partecipavano 50 concorrenti, io riuscii a vincere il secondo premio. Pensate un po’, per una giovane pianista era qualcosa di straordinario, avevo toccato il cielo con un dito, ero fuori di me, eppure nel profondo della mia anima avevo un grande vuoto, mi mancava qualcosa, anzi qualcuno. Dio!
Mi ricordo che in quel momento mi arrabbiai con Lui e gli dissi: “Perché mi fai toccare il vertice e poi mi fai sentire in fondo al cuore tanta tristezza?”. Il silenzio di Dio mi avvolgeva ed io non capivo! La mia vita continuò nella normalità ma con tanti punti interrogativi; il tre luglio un padre redentorista che avevo conosciuto durante la missione gerardina mi invita ad andare al Monastero di Scala, con me venne anche Aldo. Giunti al Monastero ci vennero incontro le suore tutte gioiose e con un volto raggiante di luce questo mi colpì subito tanto da restare nel mio cuore. Dio aveva stabilito il suo incontro che aveva preparato per me fin dall’eternità. In seguito le monache mi invitarono per preparare i canti per una professione religiosa. Il giorno della professione, durante la distribuzione dell’Eucaristia mi sentii avvolta dall’amore di Dio, le pareti intorno a me non c’erano più e la mia anima era leggera e libera di volare. Da quel momento in poi volevo scoprire a tutti i costi che cosa stava succedendo dentro di me. La responsabile vocazionale delle monache, Sr Anna Maria, che aveva capito che dentro di me c’erano i segni della vocazione, mi invitò a fare i ritiri con altre ragazze e poi da sola. La mia preghiera era sempre più intensa e meditavo ogni giorno la Parola di Dio, tutto questo faceva aumentare la sete in me, ma non ancora avevo deciso di seguire il Signore, (forse non volevo capire).
Un’altra esperienza forte la feci a Lourdes in veste di volontaria per l’assistenza agli ammalati, venne con me anche Aldo, pregavamo e condividevamo insieme le nostre esperienze, quando era possibile andavamo alla grotta per respirare un po’ di serenità. Incessantemente in quei giorni chiedevo alla Madonna che mi facesse capire che cosa Gesù volesse da me. La risposta non tardò. Maria aveva ascoltato la mia preghiera. Un giorno durante la celebrazione eucaristica internazionale, dopo aver ricevuto l’Eucaristia, mi sentii rapita e trasportata nel deserto da Gesù e la sua voce forte e chiara che mi disse: “Tu non sei fatta per essere servita, ma per servire”. Quella frase mi sconvolse talmente che dentro di me provavo timore e tremore. Erano questi i sentimenti che si alternavano.
Ormai avevo capito che Dio mi voleva tutta per sé. DA quel momento cercavo disperatamente di sfuggire alla volontà di Dio. Purtroppo quei giorni stupendi finirono e tornando a casa mi ritrovai a vivere la mia vita di sempre con qualcosa in più, anzi ,con qualcuno in più, (Dio). Camminavo su due binari diversi, invece il treno era uno e si chiamava vocazione, in linea diretta, anzi espressa e senza ritorno.
Dopo l’esperienza di Lourdes ritornai in parrocchia riprendendo più di prima i miei impegni. Nel profondo del mio cuore sentivo che la vocazione cresceva, la preghiera era diventata più profonda e più assidua, anche la meditazione della Parola era diventata importante, non potevo più farne a meno, l’incontro con Dio alimentava e riempiva la mia vita. Specialmente il giovedì quando sentivo suonare le campane della chiesetta dove veniva esposto Gesù Sacramentato lasciavo tutto per correre e stare alla Sua presenza. Per me era un appuntamento speciale perché il Signore mi aspettava per parlare al mio cuore, era come una calamita, non potevo resistere. Ero diventata e lo sono ancora più di prima: “l’innamorata di Gesù Eucaristia”. In questo cammino il mio parroco Don Catello mi seguiva e mi aiutava, consigliandomi ed incoraggiandomi. Ma, le sorprese di Dio non finiscono mai! Un giorno Don Catello mi chiama e mi chiede se voglio diventare Ministro Straordinario dell’Eucaristia, la gioia che provai in quel momento è inesprimibile; ogni domenica portavo l’Eucaristia agli ammalati. Ho ricevuto tanto da loro, ho toccato con mano la sofferenza fisica di persone che attendevano una parola di conforto, un sorriso, una preghiera recitata insieme, ma soprattutto attendevano Gesù con tanto amore e tanta devozione.
Nell’ultimo periodo della mia decisione andai incontro ad un forte scoraggiamento, non sapevo più che cosa fare, mi sentivo smarrita, confusa, pensavo che forse tutto ciò era fosse stato frutto della mia fantasia. Una domenica mentre andavo a messa con questi sentimenti nel cuore, ad un certo punto sentii dentro di me una voce che mi diceva: “Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi, perché andiate e portate frutto e il vostro frutto rimanga” Subito si accese dentro di me un lume di speranza, alzai gli occhi e davanti a me c’era un ministro straordinario dell’Eucaristia che portava la Comunione agli ammalati, era Gesù che aveva parlato e toccato il mio cuore. Ormai Dio mi chiamava ed io dovevo rispondere pienamente, così nel giugno del ’98, dopo tanta preghiera decisi di dire la mia scelta a mia mamma, perché mio padre e mia sorella già lo sapevano e per loro era una benedizione di Dio, invece con mamma ho dovuto lottare molto, perché tra me e lei c’è un legame molto forte. Tentò in tutti i modi di distogliermi da questa scelta, (anche perché lei aveva desiderato da sempre una figlia pianista). Alla fine anche lei dovette cedere alla volontà di Dio.
Da quel momento mi affidai totalmente al Signore e ogni giorno recitavo la supplica alla Santa Vergine del Rosario di Pompei, affinché potesse darmi la forza e il coraggio per decidere la data di ammissione al monastero e anche dare tanta serenità e consolazione a mia mamma. Finalmente il 4 Ottobre presentai la domanda (era la prima domenica in cui si recita la supplica alla Madonna di Pompei). Dopo una settimana la Madre Superiora del monastero aveva accettato la mia domanda e stabilito la data della mia entrata: il 4 Novembre (Memoria di San Carlo Borromeo).
Voglio terminare con un appello a voi genitori: se un vostro figlio o una vostra figlia vi dicesse: “Mamma, papà, voglio donare la mia vita a Dio”, vi prego di lasciarli andare perché non potete combattere con Dio. E a voi giovani, se sentite nel vostro cuore una particolare chiamata a seguire Gesù più da vicino, siate generosi, perché all’Amore si può rispondere solo con amore dicendo: “Eccomi, Signore, si compia in me la tua volontà”.
Sr Stefania Santoro OSsR