Chiaramente il sacramento di comunione per eccellenza… In essa e per essa continuiamo ad imparare a vivere meglio la comunione col Signore per essere noi stesse, per la Chiesa e per il mondo, eucaristia viva, come Lui.
All’interno di una sua opera, il “Giardinetto”, Sr Celeste dice: “Qui non accade come agli altri cibi corporali dei quali noi ci nutriamo e che si convertono in sostanza; ma questo cibo celeste e spirituale fa sì che noi ci mutiamo e cambiamo in sé medesimo”. Non è un caso che Sr Celeste abbia ricevuto le rivelazioni dal Signore, sempre dopo l’Eucaristia, che lei viveva come un vero incontro col Cristo vivo, luogo di comunione ma anche luogo di discernimento, in cui ascoltare Dio, permettendogli di illuminarle il cammino. E ovviamente luogo di intimità ed ulteriore trasformazione nel Cristo. Un’immagine da lei utilizzata può aiutarci a comprendere questo processo. E’ il 29 giungo del 1737, ha già affrontato mille prove ed umiliazioni e, dopo aver ricevuto l’Eucaristia, si rivolge a Cristo con queste parole:
“Tu sei il mare vastissimo del perfetto ed infinito bene; ed io sono come una goccia d’acqua che cade in Te e si trasforma in quel vastissimo mare dove, perduto l’esser mio, mi vedo divenuta un oceano di ogni bene”.
Non è la goccia che va ad aggiungersi semplicemente ad altre, ma la goccia che perde completamente il suo essere per trasformarsi in un Essere più grande, nello stesso Mare nonostante le sue piccolezze e le sue mancanze. Il Mare l’accoglie sempre…