Una donna posseduta da Dio

L’Amore di Dio nella vita di Maria Celeste

Maria Celeste fu “super posseduta” nella sua vita dalla forza di amore che tutto abbraccia. L’esperienza di Dio che previene l’uomo nell’amarlo le fece gustare la grazia di essere amata  e perdonata, salvata e redenta.
Se cerchiamo di vedere la profondità della forte esperienza di Celeste dell’essere appassionatamente innamorata del suo Dio, non possiamo non metterla in relazione, spontaneamente, con il Dio-Jahvé e la sua relazione con il popolo di Israele. Osea, il Cantico dei Cantici, Geremia, risuonano insistentemente mentre si leggono gli scritti di Maria Celeste. Del resto, molti mistici nella tradizione cristiana hanno utilizzato questi libri biblici per esprimere le loro esperienze più profonde.
Per Osea, Jahvé è lo Sposo che ama il suo popolo appassionatamente e perfino teneramente, nonostante la loro infedeltà e prostituzione. Jahvé ama il suo popolo teneramente e “li farà ritornare… e li guarirà dalle loro infedeltà” (Os 14,5). Dio chiede un amore leale e radicale, quando parla al suo popolo: “Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno solo. Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze” (Dt 6,4). Isaia esprime lo stesso concetto in questo modo: “Sì, come un giovane sposa una vergine, così ti sposerà il tuo architetto” (Is 62,5). Noi respiriamo costantemente l’antropomorfismo del Vecchio Testamento: Dio è un Dio geloso. Dio è adirato a causa dell’infedeltà del suo Popolo. Dio è compassionevole e viene a riscattare il suo popolo.
Con le citazioni bibliche qui sopra riportate, noi iniziamo questo breve profilo, mostrando questa dimensione dell’amore di Dio nella vita di Maria Celeste a cui, da quando era fanciulla “il Signore parlava al cuore, dicendole varie cose; da tempo in tempo la chiamava e la pressava ad amarlo con certe brevi parole interiori, senza che ella sapesse ciò che fusse”. (Da questo punto le citazioni che seguiranno sono estratte dall’autobiografia).

Costantemente ella sentirà: “Amami solo” . “Continuamente la regalava con mille carezze e favori … Non potendo più sostenere la fanciulla tanti impulsi della Divina Grazia, si risolse lasciare da dovero quella via… e propose nel suo cuore darsi tutta a Dio”. Si manifesta l’esclusività del Dio solo. Più e più volte Egli dirà: “Io voglio essere la tua guida, io voglio condurti, non cercare altro che Me solo. lo sarò il tuo Maestro; non amare altra creatura, che Me”. Ella sente un amore ardente per Lui: “Si sentiva confusa e avrebbe voluto distruggersi di amore per Lui”.
Maria Celeste percepisce la gelosia di Dio, quando commette una colpa: “Perché il Signore è molto geloso, ed è somma purità, favoriva, sì, egli l’anima suddetta, ma non come prima… non erano così frequenti le Divine comunicazioni…”.
Nonostante le sue infedeltà, e noi diremmo, con gli autori biblici, “il seguire Baal”, il Signore continuava ad amarla: “E Tu, amor mio, mai ti sei stancato ad amarla e beneficarla e starle appresso, acciò non si allontanasse da Te… Tu, amor mio, la custodivi con somma gelosia, e tu eri come una lucerna al mio piede, acciò non errassi la via. Ardeva la mia volontà alla vista così amabile della tua Divina presenza, perché con amore dolcissimo sempre con occhio sereno e amante dolcemente mi miravi… Io sono geloso del tuo cuore”.
L’esperienza più penosa dell’ “ira” di un Dio geloso sarebbe avvenuta a 19 anni. Nella sua autobiografia, ella scrive: “Cominciò ad avere col padre qualche attacco spirituale…”. “Per l’anima consaputa più presto le fu il detto confessore di scapito nel cammino spirituale, che di aiuto, perché vi era qualche attacco, così dalla parte del confessore, come dalla parte dell’anima consaputa; sebbene era un attacco innocente” .
Nella sua notte oscura, ella ha paura di dire a Dio quello che sentiva nel suo cuore: “Mi hai abbandonato, Signore” , anche se lo sentiva vividamente, perché ella si “conosceva rea” . “Mi credeva odiata dalli occhi tuoi con giustizia, e divenuta tua nemica”… “ed io non aveva dove nascondermi per il rossore delle iniquità”.

Un Dio amante e geloso che la vuole tutta per Sé, la guida al nascondimento e all’imitazione della vita nascosta di Gesù a Nazaret: “Così farai ancora nelle azioni corporali, come nel mangiare, dor­mire ed operare. In tutte le azioni della tua vita, io sono la vita di amore del tuo cuore… Tra le comunicazioni che Tu, amor mio, spiravi al mio cuore, sopra tut­ti gli altri insegnamenti, era un amore di Purità, ove mi facevi intendere, come tut­ta l’importanza della vita spirituale, con­siste in stare alla tua Divina presenza, di pensare solo a te; di aspirare solo a te, di amare solo te; di nulla cercare né desi­derare altro che te, unico tesoro dell’ani­ma… E molte volte, tu, amor mio, dicevi al mio cuore queste dolcissime parole: “Tu sei mia sola, ed io sono tutto tuo”.
Il suo amore per il suo Signore fu un qualcosa che tutto consuma: “Sentiva l’a­nima mia un odore spirituale della sua Divina presenza… mi liquefaceva il cuo­re di amore… Mi pare che qui si effettuasse la sua promessa che dice: “Io starò con voi fino alla fine del mondo”.
Aman­te appassionata: “Mi sentiva sempre as­sistita dal Signore con modo straordina­rio. Il mio cuore provava del continuo un amore struggitivo e ogni giorno riceve­vo insegnamenti divini, che non posso qui registrare per impossibile, essendo innumerabili le misericordie che tu, amor mio, mi hai fatte”. Questa esperienza di amore così appassionata che prende tut­ta la persona, crea il massimo della sete di consumarsi e il desiderio per l’Infini­to. Quando una persona è stata toccata da questo amore -in questo caso Maria Celeste- lei o lui viaggerà per tutto il mondo, sopporterà gioiosamente le più incredibili sofferenze e abbandonerà o­gni cosa, tutto con un sorriso. È il terri­bile amore che prende tutto il cuore di Paolo: “Il desiderio di essere sciolto dal corpo per essere con Cristo “. Tale amo­re è un amore esistenziale. Esso è parti­colarmente appassionato e consuma tut­to nel cuore di chi ha sperimentato almeno un minimo livello dell’amore di Dio.
Ma­ria Celeste scrive al IX Trattenimento: “Io non posso persuadermi che vi sia al­tro cuore che ti voglia più bene di me; tut­ti i miei sospiri e respiri vitali vengano a te per ferirti dell’amore stesso con cui tu ferisci me dell’amor tuo”.